Un ampio repertorio di pubblicazioni, per lo più “Guide illustrate, ma anche resoconti e articoli rintracciati nelle pagine di cronaca locale delle numerose testate giornalistiche che si stampavano a Viareggio, e un immenso patrimonio di immagini che ci hanno lasciato i pionieri della fotografia, i vari Brogi, Alinari, Nunes Vais e in soprattutto Giuseppe Magrini, permettono di ricostruire l’immagine di Viareggio fra la fine dell’Ottocento ed i primi anni del Novecento.
Proprio le immagini fotografiche di Giuseppe Magrini hanno documentato tutti e due i volti di Viareggio: la realtà spensierata e mondana della città balneare e il mondo della marineria velica, con i cantieri navali e la poesia dei velieri. Una ricchezza di “fonti documentarie” che ci restituisce, purtroppo in bianco e nero, la memoria storica della città quando era la capitale indiscussa della mondanità e del turismo balneare. Per colorare questa “memoria” bisogna intingere il pennello nelle tavolozze dei molti artisti che hanno osservato e dipinto Viareggio, da Lorenzo Viani a Moses Levy, da Renato Santini a Mario Marcucci.
Poi ci sono, fortunatamente, anche le cartoline “dipinte”, che danno colore agli ambienti di sogno della Viareggio di ieri e che, usando una definizione di E. De Amicis, trasmettono “oltre ai saluti dell'amico, l'immagine dove egli soggiorna e quasi un soffio dell'aria che egli respira”.
A questo prezioso materiale è dedicata la cartella grafica edita, in occasione del Natale 2024, dall’UNITRE Viareggio-Versilia dal titolo “L’immagine di Viareggio nella cartoline dipinte”, che riproduce, con una presentazione a cura di Paolo Fornaciari presidente dell’UNITRE Viareggio-Versilia, in tiratura limitata e a colori, sette fotografie “dipinte”: l’ingresso del bagno Nettuno, le palafitte del Felice, la Passeggiata, il viale Manin, l’esotica costruzione del Kursaal, la piazza Shelley e il canale Burlamacca all’altezza della Torre Matilde.
Visioni pittoresche di una città che era, ma ancor più che intendeva apparire, un Eden incantato.